Bohumil Harval
Il macellaio sembrava un gufo
a cura di Alberto Schiavone
«Non urto contro i
lampioni né contro i passanti, soltanto cammino e puzzo di birra e di
sporcizia, ma sorrido, perché in borsa porto libri dai quali mi aspetto che a
sera da loro apprenderò su me stesso qualcosa che ancora non so»
La maniera giusta per leggerne
gli scritti l'aveva indicata lui stesso. Mettetevi comodi, ordinate da bere,
che inizio a parlare. Pardon, a scrivere. Anzi, pardon, a trascrivere. Si
perché Bohumil Hrabal si è sempre dichiarato un trascrittore, ponendo in chiaro
quale fosse il suo atteggiamento rispetto al mestiere dello scrivere. La sua
posizione nel mondo. Trascrittore di ciò che lo circondava, della storia del
suo popolo colto e infelice, scriba sudato e coinvolto, mai distante, di
narrazioni orali, di urla, risate sguaiate, di cialtronerie, irregolari vicende
della vita normale, di sorrisi davanti alla tragedia. Di tragici silenzi. Poeta
del particolare che diventa, grazie alle sue mani, divino. Un tramite, volendo
addirittura svilire l'intenzione. Una brocca che si riempie e riversa. Toccato
dal dono e perciò in grado di far comunicare attraverso se stesso l'eterno e il
quotidiano. Rielaborare tutto, riciclare. Come quelle comunità ormai confinate
nell'aneddotica e nel racconto buffo, in cui gli abitanti vivono reinventando
gli oggetti che la società normale getta via. In Hrabal tutto è superfluo ma
ogni parola è messa proprio lì dove dovrebbe stare.
Alberto Schiavone è nato a Torino nel 1980, vive e lavora a Milano.
Ha esordito nel 2009 con La
mischia, definito da Gianni Mura uno dei
migliori libri sportivi dell'anno. In seguito ha pubblicato altri tre
romanzi: La libreria
dell'armadillo, Nessuna carezza e
il recentissimo Ogni spazio
felice.
Collana Sorbonne
Prezzo: € 7.90
Formato: 12x18 cm
Pagine: 96
Legatura: brossura
ISBN: 978-88-6799-418-2
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Legatura: brossura
ISBN: 978-88-6799-418-2
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