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mercoledì 21 dicembre 2016
Presentazione Libro: "Eikònospòiesis" di Giovanni Sato - 21 Dicembre 2016 - Padova
Eikònospòiesis
di Giovanni Sato
Mercoledì 21 Dicembre 2016 | ORE 17.30
Sala Livio Paladin di Palazzo Moroni
Via del Municipio 1
Padova
Interventi:
Daiela Mazzon
Maria Beatrice Autizi
Letture:
Barbara Giovanelli
Intermezzi musicali:
Stefano Rampazzo, chitarra acustica
Sarà presente l'Autore
"Poesia e immagine, appena prima di essere scritte o fotografate non esistono: vengono create (poiein) dal poeta e dal fotografo, portando la dimensione dell’immaginazione su di un piano di realtà. I versi, con la loro metrica, il significato e il significante, il ritmo e la metafora, mostrano lo stato dell’anima e senza alcuna finzione ma in tutta la realtà dell’esistere.
Non solo, le poesie, nella loro costruzione finale, acquisiscono una forma, e tracciando una linea che segua le ultime sillabe di ogni verso, potremo vedere disegni diversi, quasi un’immagine della poesia: sinuosa e sensuale, rigida, regolare o irregolare, nervosa o calma, curva o spigolosa, a seconda del sentimento del poeta.
La fotografia, creata in quest’opera nella maggior parte dei casi contemporaneamente, prima o subito dopo la poesia, scrive nella luce una poesia di immagini, ferma il tempo e la relativa clessidra, diventando Eikònos Pòiesis che l’autore ha neologizzato in una parola Eikònospòiesis, diventando una la creazione dell’altra, una il proseguo dell’altra: l’albero inverso è veramente tale nella foto come pure gli alberi mossi del bosco con i loro ‘passaggi veloci’ o la nebbia che invece di nascondere le fa vedere meglio le cose nascoste: non quelle che dovremmo vedere ma “altre”, quelle che solo la poesia sa vedere.
E la luna che “mostra i capelli sopra” è realmente sopra le cose ed è lì a dirci il poema del suo tornare a ogni nuova marea.
Così la “poiesis” della Terra vista dall’alto, che diventa “altro” da quello che è e fa intrav-vedere inimmaginabili sogni, lagune come vasi comunicanti di un corpo, terre coltivate come pennellate nella tavolozza di un pittore e cime di alte montagne che sembrano isole in un mare di nebbia. O Angeli che dopo la pioggia “mostrano per un attimo le loro ali” (come fanno gli arcobaleni) in forma di nubi che sfiorano fronde d’alberi o come raggi che penetrano nel folto di un fitto bosco.
È insomma questa di Eikònospòiesis, la creazione di puri percorsi dell’anima che diventano da metafore, reali forme di nuovi uni-versi, uniche emozioni-immagine, metamorfosi da essenza a forma, un sillabare d’aria e nell’aria con tutto il possibile amore: dalle ombre che salgono gli scalini, al convito di misteriose figure sul muro, al riflesso sull’acqua raddrizzato per poter creare un nuovo, interiore mondo, fatto di poesia-immagine (Eikònospòiesis)."
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